Lettera da Jangany

Come sempre Padre Tonino ci srive dalla sua missione di Jangany per darci notizie, ringraziare delle offerte ricevute e farci avere i suoi, e di tutta la sua comunita’, auguri per questa Santa Pasqua.

Lo ringraziamo e come sempre gli siamo vicini con le nostre preghiere.

 

Jangany, 10 marzo 2019

Carissimo don Idilio e carissimi voi tutti cristiani di S. Filippo.
È arrivata la Quaresima e ci preoccupiamo di mandarvi per tempo gli auguri di Pasqua insieme con le notizie della nostra Missione.
I due mesi appena trascorsi (gennaio-febbraio) sono stati un periodo di grande fatica. La tromba d’aria che si è abbattuta su Jangany lo scorso 11 dicembre ha causato gravi danni. Il vento e la pioggia dell’uragano hanno sradicato alberi, abbattuto muri e rovesciato i tetti delle case. Nessuno degli abitanti di questa zona aveva mai visto un fenomeno così pauroso. Per fortuna, è stato investito solo un quarto della città (2 quartieri su 8) ed è stata risparmiata la parte più estesa.
La violenza del vento ha colpito soprattutto le parti alte delle case. Le lamiere dei tetti sono state viste volare in alto come fogli di carta e sono state ritrovate anche a oltre 3 km di distanza.
Hanno subito danni anche alcune strutture della Missione: la casa delle suore, 4 aule scolastiche, il garage dei missionari e i 2 grandi dormitori del collegio, ognuno dei quali ospita un centinaio di scolari provenienti dai villaggi della brousse. Le nostre lamiere non sono volate lontano, perché ben fissate a robusti travi di eucaliptus, ma i tetti sono stati sconvolti e si è reso necessario ricostruirli al completo.
Il fatto che la disgrazia sia avvenuta nel periodo più piovoso dell’anno (gennaio-febbraio appunto) ha aggravato le difficoltà: abbiamo avuto pioggia quasi ogni giorno ed in più ci sono stati 3 giorni di ciclone, cioè vento e pioggia insistente giorno e notte.
Tutta la nostra scuola è entrata in emergenza, ma non ha sospeso l’attività scolastica neppure per un giorno. Gli insegnanti, i genitori e gli alunni hanno deciso concordi di continuare le lezioni fino alle vacanze di Natale (22 dicembre). Le sale di studio sono diventate aule scolastiche, i refettori sono diventati dormitori ed i bambini hanno mangiato nelle verande, seduti sulle stuoie. Gli insegnanti si sono impegnati con convinzione, gli alunni hanno dimostrato buona volontà e disciplina più che nei tempi normali, i muratori hanno lavorato con tenacia. Dopo un mese dal disatro, erano già riparati i tetti della casa delle suore e delle 4 aule scolastiche. I tetti dei 2 grandi dormitori sono stati ricostruiti in soli 2 mesi. Ora siamo di nuovo al coperto e respiriamo un pochino: non vediamo più gli ambienti allegati ogni giorno dalla pioggia e sono scomparse dai muri e dai pavimenti le brutte macchie di umidità.
La gente ha ripreso a sorridere e dice con spontaneità: ” Misaotra an’Andriamanitra nanome herim-po” ( ringraziamo Dio che ci ha dato il coraggio). Io aggiungo che non solo ci ha dato il coraggio, ma anche l’amicizia e la solidarietà di tante persone che ci aiutano a ricostruire. Tutti annuiscono sorridendo: “Marina, mompera” (è vero, mompera).
La rapidità della ricostruzione delle scuole ha dato alle famiglie danneggiate un forte stimolo a ricostruire subito le case, senza aspettare dei mesi, come d’abitudine. I due quartieri colpiti sono presto diventati dei laboriosi cantieri di ricostruzione. La gente che viene dai villaggi dice che gli abitanti di Jangany hanno preso la malattia della “fretta dei bianchi” (maimaika vazaha). Qualcuno rivolge a chi si dà troppo da fare l’espressione “moramora, vazaha” (adagio, bianco), quasi a ricordare che la fretta non è usanza malgascia. Io comunque osservo che anche i malgasci sanno muoversi in fretta, quando sono interessati: vedi la rapidità dei briganti nell’allontanarsi con i buoi rubati o la velocità dei ladri nel fuggire con la refurtiva.
Stiamo dunque uscendo dall’emergenza. Nel ricostruire i tetti, abbiamo rinforzato al meglio i punti che si sono rivelati deboli. Speriamo di non vedere più dei fenomeni così spaventosi. Purtroppo però, la questione climatica ci fa guardare al futuro con preoccupazione.
La stagione delle piogge di quest’anno sembra portare alle risaie acqua sufficiente. Se avremo ancora un po’ di pioggia a marzo e ad aprile, i raccolti si salveranno e non saremo alla fame.
L’anno scolastico sta procedendo bene. Le difficoltà create dall’uragano hanno suscitato una reazione di grande impegno sia negli insegnanti che negli scolari: non ogni male vien per nuocere.
Il Liceo è al suo secondo anno di vita ed ha 49 alunni, tutti animati da buona volontà.
Il settore sanità ha avuto l’emergenza “MORBILLO”. Alla fine di dicembre 2018, abbiamo visto accalcarsi alle porte del nostro dispensario lunghe file di persone che portavano dei bambini ammalati. Molte carrette, provenienti dai villaggi della brousse, arrivavano cariche di mamme con in braccio i loro piccoli colpiti dal “kitrotro” (morbillo). Le famiglie però si sono mosse troppo tardi:
hanno cominciato a preoccuparsi solo dopo aver visto morire parecchi bambini. Inoltre, invece di rivolgersi subito ai medici, hanno portato i bambini dagli stregoni, seguendo le loro solite abitudini. Gli stregoni si sono presi i polli e il riso portati come paga, ma, con i loro intrugli, hanno solo aggravato la situazione. Quando i genitori hanno deciso di cercare il vero personale medico, molti bambini erano già in fin di vita, stremati anche dalla malaria, che si aggiunge sempre agli altri malanni che indeboliscono l’organismo.
In ogni villaggio si sono visti morire tanti bambini e si sono uditi i pianti delle famiglie. Nei mesi di gennaio-febbraio, a Jangany-centro, dove vivono circa 1.000 famiglie, sono morti più di 30 bambini tra gli 1-10 anni: in certi momenti, ne sono morti anche 4 al giorno. Queste cifre della città fanno intuire che, nei villaggi della brousse, ne siano morti più dì un centinaio e che, nella nostra zona, la “peste morbillo” abbia portato via circa 150 bambini.
La situazione sarebbe stata molto più tragica se, in questi ultimi 4 anni, la nostra scuola non avesse obbligato severamente le famiglie dei nostri alunni a vaccinare tutti i loro bambini. Il morbillo ha quindi colpito le famiglie che non si sono mosse a vaccinare i figli e queste, a Jangany-centro, sono circa un centinaio.
Il nostro dispensario, dove lavorano una suora infermiera, un infermiere, sostenuto con gli aiuti di voi benefattori, e altro personale ausiliario, è stato aperto anche la domenica. Tutti i bambini sono stati accolti e curati. Parecchi sono stati salvati, ma, per quelli che sono arrivati troppo indeboliti, non c’è stato niente da fare.
La popolazione ha subito un forte scossone: l’attuale generazione ha capito l’importanza dei vaccini e, forse, si è anche convinta che è più sicuro ricorrere ai medici che agli stregoni.
Passando alle notizie sulla nuova chiesa, si può dire che ci stiamo avviando alla conclusione dei lavori. Ci mancano le vetrate e i banchi. La parte più impegnativa è quella delle vetrate. Forse alcune non saranno terminate in tempo e potremo sistemarle definitivamente solo dopo l’inaugurazione. La chiesa è venuta bene: è ampia e armoniosa e piace molto alla gente. L’abbiamo già usata provvisoriamente e tutti dicono che aiuta a pregare: è questo l’obiettivo più importante che intendevamo raggiungere. La data della consacrazione è domenica 28 luglio 2019.
Concludiamo confermando la notizia della visita di Papa Francesco in Madagascar.
La data esatta non è stata ancora fissata ufficialmente: sembra che sia nel prossimo mese di agosto. Tutti ci stiamo preparando con gioia e chiediamo al Signore che questa visita porti al popolo malgascio un grande incoraggiamento nella via dello sviluppo spirituale e materiale.
Chiudiamo il messaggio facendo a tutti voi i più sentiti auguri di Buona Pasqua.
Vi ringraziamo con tutto il cuore della solidarietà e degli aiuti che ci avete mandato per la “ricostruzione”. Chiediamo per ogni benefattore la benedizione di Dio.
Vi salutiamo con tanta riconoscenza.

P. Tonino e tutta la gente di Jangany.

 

Jangany, 10 aprile 2019

Carissimo don Idilio e carissimi voi tutti della Parrocchia S. Filippo,

Abbiamo ricevuto le generose offerte che ci avete mandato per sostenere nello studio i bambini più poveri della nostra Missione di Jangany.

Su quasi 3.000 bambini che frequentano la nostra scuola, ne abbiamo ogni anno più di 500 che sono molto poveri ed hanno bisogno di aiuto per le spese dello studio. Come voi sapete, con 25 Euro riusciamo a far studiare un bambino per un anno. Con i 2.422 Euro che ci avete mandato, ci avete dato la possibilità di sostenere 97 bambini poverissimi.

Vi esprimiamo tutta la nostra riconoscenza e vi assicuriamo la nostra preghiera. Chiediamo al Signore una grande benedizione per la vostra parrocchia e per le vostre famiglie.

Per quanto riguarda la disgrazia della tromba d’aria che ha colpito la nostra scuola lo scorso 11 dicembre, ringraziamo il Signore che ci ha aiutato a ricostruire i tetti danneggiati. Ringraziamo di cuore tutti i benefattori e preghiamo per loro.

Essendo vicina la Santa Pasqua, vogliamo farvi giungere i nostri più sentiti auguri.

Vi salutiamo con tanta riconoscenza. P. Tonino e tutta la Missione di Jangany.

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