Jangany 05-05- 2012

 

Carissimi amici e benefattori di Jangany,

Questa volta, devo informarvi di un momento difficile che sta vivendo la nostra Missione. In tutto il Madagascar, si sta manifestando una recrudescenza del brigantaggio e della delinquenza, che indica una degradazione della situazione generale. A partire da Novembre 2011, qui a Jangany, abbiamo assistito ad azioni di brigantaggio che non si erano più viste dall’inizio della nostra scuola (1996). I delinquenti hanno osato di nuovo assalire i recinti dentro il villaggio e rubare i buoi, sfondare le case e portar via le pentole e le poche attrezzature delle povere famiglie. Ogni notte, si sono susseguiti assalti alle case e gesti di vandalismo di ogni genere. Dei ladri esperti e attrezzati hanno spaccato i lucchetti (cosa finora mai vista a Jangany) ed hanno rubato anche
nelle case dei nostri insegnanti e nella casa di noi missionari, dove hanno portato via i soldi destinati alla paga degli operai della nuova chiesa durante i difficili mesi delle piogge (Novembre-Aprile). La gente subisce i furti e non osa denunciarli per paura delle vendette dei delinquenti. Noi, come chiesa cattolica, abbiamo deciso di affrontare i rischi e di reagire contro la delinquenza. Abbiamo l’impressione di vivere al tempo dei “barbari”, quando la Chiesa era l’unica forza che osava opporsi alla furia devastatrice di Attila. Avendo trovato delle sicure tracce dei ladri, il 14 Marzo 2012, li abbiamo denunciati al tribunale di Betroka, pur conoscendo la corruzione di ogni genere che circola in quell’ambiente. la prima cosa che fanno i ladri è quella di utilizzare una parte della refurtiva per corrompere i gendarmi e i giudici. L’inchiesta ha rivelato i nomi dei quattro delinquenti che ci hanno rubato i soldi: due briganti di Jangany, il figlio del funzionario del governo in funzione a Jangany (il padre è pienamente complice nel delitto), un gendarme in servizio a Jangany. Si è scoperta quindi l’associazione a delinquere dei briganti locali e dei funzionari del governo (la piaga che sta rovinando il Madagascar). Dal mese di Marzo a questa parte, la nostra Missione è nella tormenta della vicenda giudiziaria, con tutti i rischi che questa comporta in ambienti in cui i delinquenti hanno più forza dello stato. Chi non tocca con mano non riesce a immaginare l’arroganza con cui i familiari dei ladri fanno la guerra a chi osa denunciare la delinquenza dei loro parenti: quello che conta non è la ricerca della giustizia, ma la difesa della parentela, anche se questa è iniqua. Questo è uno degli aspetti in cui si manifesta la lontananza dalla mentalità pagana dai valori di giustizia portati dal cristianesimo. Abbiamo chiara coscienza che stiamo lottando con la potenza della malvagità e che la nostra Missione sta vivendo un grave momento di prova. Abbiamo fiducia nell’aiuto di Dio, che non teme la forza maligna del demonio e degli uomini perversi. Nonostante le difficoltà, le nostre scuole portano avanti con decisione la loro attività. Si è fermato invece il cantiere della nuova chiesa. Riprenderà quando i giudici faranno restituire i soldi rubati. L’intento di questo messaggio è quello di mettervi al corrente della situazione che stiamo vivendo. A causa di questa tribolazione, non ho avuto molto tempo per curare la corrispondenza. Chiedo scusa per il ritardo nel rispondere ai vostri messaggi: cercherò di rimediare al più presto. Vi saluto con tanto affetto e vi ringrazio per l’attenzione e la solidarietà con cui partecipate alle nostre vicende. Vi assicuro la nostra preghiera e chiedo la vostra per noi.

 

Aff.mo P. Tonino.

 

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