Jangany 24-04-2012

Carissimi amici di Jangany, vengo di nuovo a salutarvi e a darvi alcune notizie.

I 5 mesi Dicembre 2011- Aprile 2012 sono stati per noi molto faticosi e tribolati. Gennaio e Febbraio sono stati segnati dal passaggio di 4 grossi cicloni. Sono crollate molte abitazioni del villaggio e ci sono stati danni causati dal vento e dalla pioggia.

Per grazia di Dio, le nostre scuole hanno resistito bene alla furia dell’acqua e del vento. Alcune risaie hanno subito danni, ma molte sono ancora salve. Tra Ottobre 2012 – Aprile 2013, prevediamo di dover tirare la cinghia, ma non saremo alla fame nera come nel 2010. Ciò che, però, ci ha fatto maggiormente tribolare è stata la recrudescenza del brigantaggio e della delinquenza. La situazione generale del Madagascar è molto degenerata. La popolazione è indifesa ed ha paura. Le autorità pubbliche non sembrano avere forza ed è ben difficile sperare in un loro aiuto. A Jangany, i briganti hanno di nuovo osato rubare i buoi dentro il villaggio: da oltre 5 anni non si era più vista una cosa del genere. I ladri hanno osato rubare anche nelle case dei nostri insegnanti. Come chiesa, stiamo facendo il possibile per incoraggiare la popolazione. Abbiamo l’impressione di vivere nel tempo dei “Barbari”, quando la chiesa era l’unica forza che osava opporsi alla furia devastatrice di Attila. Mi propongo di mandarvi al più presto un racconto più dettagliato della lotta che stiamo affrontando. Confidiamo nell’aiuto di Dio. Nonostante tutto, la nostra scuola continua con coraggio la sua attività e s’impegna ad educare i suoi 2000 alunni. La scuola agraria sta sviluppando i suoi programmi e spera, pian piano, di strappare i giovani al brigantaggio e di educarli a costruirsi la vita con il lavoro.

Ci stiamo impegnando nella costruzione della nuova chiesa. Grazie agli aiuti che ci stanno venendo da voi, abbiamo completato le fondamenta e stiamo andando su con i muri in mattoni cotti e cemento.

La chiesa è lunga 32 metri e larga 20. Dovrebbe arrivare a contenere circa 1500 persone. In questi anni, il numero dei cristiani è passato dal 3% a oltre il 20% della popolazione. La forma della chiesa è ovale e richiama l’idea della barca di S. Pietro che salva la gente dalla tempesta. E’ dedicata a S. Giuseppe, patrono di Jangany. Avevamo il desiderio di fare un mosaico della Sacra Famiglia sulla parete accanto al tabernacolo e pensavamo che questo desiderio sarebbe rimasto un sogno, invece, grazie alla disponibilità di un mosaicista, forse vedremo realizzarsi il miracolo. Vi daremo altre notizie più avanti.

Vi ringraziamo con tutto il cuore per l’attenzione e la generosità con cui prendete parte ai nostri problemi e chiediamo per voi la benedizione del Signore.

Vi salutiamo tutti con grande riconoscenza e vi assicuriamo la fervorosa preghiera dei cristiani di Jangany
P. Tonino e tutta la Missione di Jangany.

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