Riflessione…

Sono passati dieci giorni da quando Don Giovanni ci ha lasciato. Quando vado alla Messa mi sembra una cosa così strana, così surreale. Don Giovanni non c’è più e, in attesa di sapere cosa succederà alla Parrocchia di San Filippo, diversi preti si avvicendano per celebrare le Messe domenicali.

Per tanti anni tutto è rimasto fermo, immutato e ora, improvvisamente è tutto in movimento. Eravamo dei privilegiati, e quasi rischiavamo di adagiarci in questa condizione favorevole, ma il Signore ci ha strattonato, ci ha richiamati alla realtà. Ci ha chiesto di “uscire dalla nostra terra”, di andare incontro all’ignoto, di incontrare altre persone, di fare esperienze nuove, di metterci in gioco. Questa è per noi una grande opportunità per crescere nella fede. Quella che oggi ci sembra un momento difficile, un momento di crisi è invece un momento importante e di crescita – e se Don Giovanni fosse qui oggi lo confermerebbe – perché ogni crisi porta sempre a un cambiamento a una scelta a qualcosa di nuovo. Quindi dobbiamo fare come Abramo, il padre Abramo, che si prepara e parte verso l’ignoto senza se e senza ma, sicuro che quello che il Signore ha preparato per lui sarà senz’altro il suo bene.

Il Signore ci chiede una prova di fede e noi dobbiamo essergli fedeli e seguirlo fin dove vuole portarci; qualsiasi cosa succeda, sicuri che quello che conta veramente è affidarci a Lui, al suo amore, abbandonarci fiduciosi nelle sue braccia. 

[Giuliana Baldocchi]

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